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martedì 19 gennaio 2016

SERIE A ADDIO CAMPIONATO EQUILIBRATO

Addio campionato equilibrato Per mesi abbiamo raccontato le vicende di un campionato che aveva tutta l’aria di essere il più equilibrato della storia. Esattamente dalla prima di giornata del girone di ritorno non è più così. Mi prendo il merito di aver pronosticato con anticipo che per lo scudetto sarebbe stato un duello tra Juve e Napoli. Oggi il dato è acquisito, assodato e messo a verbale. Un andamento che sembrava tenere cinque squadre in corsa e che invece ha fermato la Roma, la Fiorentina e poi, in modo ancora più improvviso, l’Inter. Il Napoli ha trovato un’identità di gioco sempre più consolidata, senza alcun intoppo nei meccanismi e una consapevolezza del tutto nuova. La Juventus ha invece innescato una marcia che l’ha portata a vincere contro ogni avversario con una facilità quasi eccessiva. L’Udinese è stata annichilita dallo strapotere tecnico dei bianconeri e da un Dybala che potrebbe essere il nuovo Messi. Tra le due la mia preferenza va alla formazione di Allegri per un doppio motivo: squadra con maggiori risorse, un numero di alternative più alto e una consolidata abitudine alla vittoria. Sono aspetti che invece il Napoli non può ancora avere. La squadra di Sarri ha numeri di altissimo livello, un giocatore (Higuain) che non ha nessuno e il gioco più spettacolare della serie A. Ma è anche più fragile grazie ad un ambiente decisamente più sensibile. Il vero snodo sarà se e quando il Napoli affronterà le prime vere difficoltà. Se dovesse mantenere un inaspettato equilibrio potrebbe davvero contendere lo scudetto ai bianconeri. Intanto le quote Snai dicono che la Juve è favorita (2,00 assegnato contro i 2,10 per i partenopei). Mentre le due straripano, l’Inter pareggia Bergamo dando vita (si fa per dire) alla peggior prestazione corale della stagione. Pareggia in un campo storicamente difficile ma solo grazie ad Handanovic. Fino a metà dicembre la squadra si è comportata come tale. Tutti si davano una mano e riuscivano a colmare i limiti strutturali. Ora Snai assegna ai nerazzurri una quota scudetto emblematica: 15,00. Perché l’Inter è a metà di un progetto che deve ancora essere ultimato per chiederle di vincere e convincere. Dalla partita con la Lazio i giocatori hanno iniziato una rapidissima involuzione figlia di più fattori. Da tempo ormai la spiegazione più semplice (è colpa dell’allenatore) è diventata un comodo riparo per le reali cause di una crisi. Tutti danno la colpa a Mancini e nessuno ai giocatori. È successo a Genova con Zenga esonerato e ripudiato, senza vedere un’inversione con Montella. È successo a Carpi con Castori e a Palermo con un plotone di allenatori. E se il buongiorno si vede dal mattino, anche la Roma con Spalletti al posto di Garcia, sembra non poter cambiare il trend. Perché dire che, se una squadra non ha gioco o i risultati non arrivano è sempre colpa dell’allenatore, è spesso un modo di mettere la polvere sotto il tappeto. Il Milan ha un tecnico che rischia la panchina da 12 giornate ma che alla fine batte anche la Fiorentina. È innegabile che i rossoneri si trovino meglio con le squadre che giocano piuttosto che contro quelle che si difendono, ma la differenza questa volta l’hanno fatta le prestazioni di giocatori fino ad oggi sottotono come Honda e Montolivo. E forse per il Milan il terzo posto non è più impossibile.